La Storia
Già nel Seicento qui si estendeva un vasto giardino che i Conti Festi di Braunfeld vendettero poi alla famiglia dei conti di Lodron….
Le Origini
Sull’ampio spazio in cui esso sorge il parco, si estendeva già all’inizio del Seicento un vasto giardino affiancato da un edificio che i Conti Festi di Braunfeld vendettero poi alla famiglia dei conti di Lodron. Poco si conosce dell’aspetto di quell’antico giardino. Una stampa del Settecento lo mostra in gran parte occupato da un vigneto coltivato a filari regolari con le vigne disposte orizzontalmente rispetto al pendio e attraversato al centro da un lungo viale alberato che portava al belvedere. Nel luglio del 1806 i Lodron vendettero il palazzo con annesso il giardino e la serra dei limoni a Sigismondo de Moll, un illustre statista interessato alla botanica che, ritiratosi nella sua proprietà, si dedicò alla creazione di un grande parco adiacente al palazzo avvalendosi della collaborazione degli architetti artefici dei giardini di Schönbrunn di Vienna.
Da Sigismondo de Moll ai Marchesi Guerrieri Gonzaga…
Sigismondo de Moll era un uomo di cultura che ha saputo infondere nel suo progetto gli elementi tipici del Romanticismo, dando così vita a un parco come luogo del bello e del sublime, dov’era possibile passeggiare coltivando i pensieri e le emozioni dell’animo umano. Alla sua morte la proprietà passò ai figli, quindi ai nipoti fino a giungere nel XX secolo al barone Leopoldo de Moll che aveva sposato Beatrice Guerrieri Gonzaga e con lei si era trasferito a Villa Lagarina. Alla sua morte la proprietà passò alla moglie che la curò con competenza e devozione.
… fino ai nostri giorni.
Il fratello di Beatrice de Moll, il marchese Tullo Guerrieri Gonzaga, aveva sposato Gemma de Gresti originaria di San Leonardo, un borgo del Trentino meridionale ora famoso per la produzione dei suoi eccellenti vini. Dal matrimonio era nato Anselmo che, alla morte della zia Beatrice, aveva ereditato la proprietà di Villa Lagarina per curarla con il rispetto e la passione che ha poi trasmesso ai figli Maria Gemma, Tullo e Carlo.
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